In occasione della Festa dell’Albero, Legambiente lungo tutta la penisola ha organizzato la piantumazione di centinaia di giovani alberi, per rendere le città più verdi e vivibili e sottrarre all’incuria angoli degradati e abbandonati. In più, quest’anno l’associazione ha aggiunto un gesto simbolico per accendere i riflettori sul patrimonio nazionale di biodiversità: l’abbraccio di un albero nei territori dove il verde rischia di sparire sotto il cemento e dove il rischio idrogeologico è diventato una minaccia ad ogni pioggia.
Legambiente Versilia, per l’occasione, ha scelto di abbracciare il vecchio leccio (Quercus ilex) della Macchia Lucchese, che si trova dietro la Villa Borbone nel Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Nato oltre cinquecento anni fa, secondo alcuni naturalisti è da considerarsi l’albero più antico di Viareggio: la sua nascita precederebbe la bonifica dell’acquitrino costiero da cui sorse la città!
Ma questa grande quercia, che dovrebbe essere accessibile a tutti, nonchè tutelata e valorizzata, si trova in proprietà privata e vi si accede, venendo da Viareggio lungo il Viale dei Tigli, da un sentiero al termine della recinzione della Villa Borbone che si va facendo sempre più ristretto e inospitale a causa della vegetazione. Inoltre, da qualche anno è stato chiuso l’ingresso pedonale alla strada sterrata che da via dei Lecci ha permesso per decenni di raggiungere il viale dei Tigli passando proprio accanto all’albero. In aggiunta, il leccione, ormai da tempo, mostra segni di malessere (soprattutto per l’attacco di funghi parassiti), aggravati certamente dall’età, ma anche dall’incuria e dallo stato in cui si trova. Risulta, infatti, abbandonato ed è circondato da rifiuti di ogni genere: amianto, cocciame, bombole di gas, vecchi materassi, ecc.
A niente sono valse le numerose denunce delle associazioni ambientaliste e di privati cittadini riguardo le condizioni di degrado e le difficoltà di accesso alla pianta monumentale. E così, il più vecchio "abitante” di Viareggio sembra destinato ad una morte lenta, senza alcuna considerazione.
Ma questa grande quercia, che dovrebbe essere accessibile a tutti, nonchè tutelata e valorizzata, si trova in proprietà privata e vi si accede, venendo da Viareggio lungo il Viale dei Tigli, da un sentiero al termine della recinzione della Villa Borbone che si va facendo sempre più ristretto e inospitale a causa della vegetazione. Inoltre, da qualche anno è stato chiuso l’ingresso pedonale alla strada sterrata che da via dei Lecci ha permesso per decenni di raggiungere il viale dei Tigli passando proprio accanto all’albero. In aggiunta, il leccione, ormai da tempo, mostra segni di malessere (soprattutto per l’attacco di funghi parassiti), aggravati certamente dall’età, ma anche dall’incuria e dallo stato in cui si trova. Risulta, infatti, abbandonato ed è circondato da rifiuti di ogni genere: amianto, cocciame, bombole di gas, vecchi materassi, ecc.
A niente sono valse le numerose denunce delle associazioni ambientaliste e di privati cittadini riguardo le condizioni di degrado e le difficoltà di accesso alla pianta monumentale. E così, il più vecchio "abitante” di Viareggio sembra destinato ad una morte lenta, senza alcuna considerazione.
Questo "leccione" è inserito nell’elenco ufficiale degli alberi monumentali della Toscana (Legge Regionale 60/98) ed è citato nel “Catalogo degli alberi monumentali dell’Italia Centrale”. Pensate che per abbracciare il suo tronco, ci vogliono almeno cinque persone!
Tutto ciò va in contrasto con l’articolo 5 della legge regionale sopra citata, secondo il quale le piante monumentali dovrebbero essere valorizzate e segnalate in loco al fine di divulgarne la conoscenza.
L’abbraccio degli attivisti di Legambiente Versilia, accompagnati da alcuni cittadini e dal Presidente dell’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Fabrizio Manfredi, ha voluto essere di stimolo e di richiamo alle istituzioni pubbliche, affinchè vengano al più presto presi gli opportuni provvedimenti per rendere nuovamente fruibile, in tutta sicurezza, l’area, e affinché questo albero monumentale possa essere valorizzato, come previsto dalla legge, e possa diventare un polo di attrazione per il turismo della nostra zona.
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