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giovedì 26 marzo 2020

Le nostre proposte ai tempi del coronavirus

In questo periodo di "vite sospese" a causa delle restrizioni causate dalla pandemia di Coronavirus, Legambiente cerca di mantenere alcune attività di eduzazione, didattica ed informazione. ambientale.
Ogni circolo di Legambiente sta cercando di riorganizzare le proprie attività in questo senso, iniziamo oggi a fare qui una selezione.

Legambiente nazionale ha attivato il nuovo sito  #IoRestoaCasa in cui mette a disposizione in modo gratuito, documenti, materiale educativo, video su temi ambientali,  libri e selezioni musicali green, e brevi corsi su argomenti specifici.
Inoltre
da qualche giorno inoltre è gratuito l'accesso alla rivista mensile La Nuova Ecologia.

Noi  oggi vi offriamo alcuni filmati e documentari sul problema dell'inquinamento da plastiche nei mari ed oceani del pianeta,

1) MARINE RUBBISH  (ISMAR-CNR)
https://www.youtube.com/watch?v=yMym-Rh6dgM

“Marine Rubbish” è un documentario che racconta, in maniera accessibile a tutti, le ricerche che l’Istituto di scienze marine del Cnr (Ismar-Cnr) sta effettuando nel settore che riguarda l’inquinamento marino e, più in particolare, in quello dei ‘marine litters’, nella zona compresa fra Toscana, Liguria e Francia storicamente denominata ‘santuario dei cetacei’.

Particolare attenzione viene posta sulle iniziative di ‘scienza partecipativa’, o ‘citizenscience’, che sempre più spesso accompagnano alle esperienze sociali ed educative anche delle reali ricadute scientifiche, tanto che sono stati parte attiva dell’esperienza gli alunni di alcuni  istituti superiori della Spezia e del Liceo Scientifico Ulivi di Parma.

Il documentario è stato ideato da Silvia Merlino dell’Ismar-Cnr e Mascha Stroobant (Distretto Ligure per le Tecnologie Marine) e girato fra le province della Spezia, Pisa, Livorno e nell’isola di Pianosa, affronta i temi dell’inquinamento crescente dovuto ai materiali antropogenici galleggianti e depositati sulle coste, evidenzia le azioni messe in atto in questo settore a livello di strutture scientifiche, indica le possibili strade da prendere per porvi rimedio, compresa la ricerca in nuovi materiali biodegradabili. Ma, soprattutto, pone l’attenzione sulla necessità di promuovere una maggiore conoscenza dell’ambiente marino nelle nuove generazioni, sia attraverso percorsi scolastici mirati sia incentivando la collaborazione fra Enti di ricerca, amministrazioni, Istituti scolastici, associazioni di volontariato e parchi marini.

Oltre ad essere stato selezionato per il Festival CinemAmbiente di Torino, il documentario dell’Ismar-Cnr viene presentato in altre due importanti rassegne cinematografiche come ‘Clorofilla’ organizzata da Legambiente, in programma a Porto Cesareo (Lecce, 5-15 agosto 2016) e ‘Life after oil’, film festival internazionale che si tiene a Stintino (Ss) dal 4 al 7 agosto 2016.

Il video è stato proiettato, su invito della Commissione Europea, al decennale della Notte dei ricercatori di Bruxelles, il 23 settembre 2015.

Lo potete vedere in streaming qui:
https://www.youtube.com/watch?v=yMym-Rh6dgM


2) UN MARE DI PLASTICA di Alex Bellini

L'esploratore italiano Alex Bellini ha navigato con una piccola barca a remi in mezzo all'isola di plastica nell'oceano Pacifico. ecco il filmato in cui racconta il suo viaggio e quello che ha visto.

https://www.youtube.com/watch?v=VPdcy3KdjuA

e

https://youtu.be/g6JCC5GmfTU



Enjoy!

Seguiteci visitando il nostro blog  e il nostro gruppo FB: Legambiente Versilia  nei prossimi giorni ci saranno altre sorprese!

mercoledì 11 marzo 2020

Le virtù del virus e la crisi climatica



Il bellissimo articolo del filosofo Rocco Ronchi "Le virtù del virus" apparso lunedì scorso sulla rivista online Doppio Zero (https://www.doppiozero.com/materiali/le-virtu-del-virus), mi ha indotto ad alcune riflessioni:

La prima è la insensatezza e assurdità nel voler erigere muri e steccati tra popolazioni da parte soprattutto di regimi e politici populisti, steccati che il virus scavalca senza sforzo alcuno.

La seconda è come stiamo vivendo la la pandemia al tempo di Internet e dei social, col diffondersi di "virus paralleli" nei messaggi che ci scambiamo ora utili, ma spesso no che girano sui nostri telefonini.

E poi (cito dall'articolo) "Last but not least il virus è il segno dell’eterna condizione umana. Casomai ci fossimo colpevolmente scordati della nostra mortalità, finitezza, contingenza, mancanza, ontologica deficienza ecc., ecco che il virus ce le rammenta, coartandoci alla meditazione e rimediando così alla nostra distrazione di consumatori compulsivi".
Il virus è un evento che produce un effetto, sta muovendo qualcosa di importante, "l’evento come “occasione” per “fare di necessità virtù”."
Ma soprattutto (cito ancora) "...con la forza oggettiva del trauma, il virus mostra che il tutto è sempre implicato nella parte, che “tutto è in qualche modo in tutto e che non ci sono nell’impero della natura regioni autonome che facciano eccezione." L'uomo insomma non sta "sopra" la natura ma assolutamente dentro, a tutti gli effetti! il Sapiens è una specie molto particolare di animale, ma sempre un animale è come la lontra, il pettirosso o la foca.

Altra riflessione non presente nell'articolo di Ronchi, ma che mi è venuta spontanea: i cambiamenti climatici si potrebbero equiparare ad una pandemia? come quella anche questi dimostrano la immanenza della specie umana, la sua non estraneità o superiorità all'ambiente in cui essa vive; inoltre la crescita esponenziale del contagio (basta controllare i dati giorno per giorno) è una metafora tremenda dell'accelerazione che la crisi climatica avrà nei prossimi decenni; gli effetti disastrosi sul clima al superamento di una certa soglia di concentrazione di CO2 potrebbero diventare non-lineari se... se non reagiremo ascoltando gli appelli degli scienziati e climatologi, così come in questi giorni ci stiamo adattando ad ascoltare gli appelli dei medici e virologi che, finalmente ascoltati dai nostri governanti, ci stanno richiamando a gesti di responsabilità verso la nostra specie, attuando dei cambiamenti nei nostri comportamenti.

E così, anche per la crisi climatica, mi sembra che serva alla nostra specie, un evento traumatico e globale, che ci scuota e faccia riemergere quell'istinto primordiale che le altre specie hanno, diretto appunto alla loro conservazione e che noi abbiamo temporaneamente perso, ma spero non irrimediabilmente.