Dal sottosuolo lucano oggi si estrae oltre il 70% del petrolio in Italia e se andassero in porto tutte le nuove richieste, le aree in concessione alle compagnie petrolifere occuperebbero oltre il 50% del territorio regionale della Basilicata. Non è esonerato dalla corsa all’oro nero neanche il mare italiano. In totale oggi le aree richieste o già interessate dalle attività di ricerca di idrocarburi si estendono per circa 29209 kmq di aree marine, di cui 10311 kmq interessano il Mar Ionio con 16 richieste di ricerca, 1 coltivazione e 1 premesso di ricerca già attivo.
Nonostante sia ormai chiaro che la scelta petrolifera fatta vent’anni fa, è stata fallimentare per la soluzione dei problemi economici e sociali delle aree interne, rappresentando solo un grave rischio sia per la salute dei cittadini che per l’ecosistema locale, il Governo Renzi con lo Sblocca Italia rilancia l’avventura petrolifera dell’Italia e in particolare della Basilicata.
Legambiente, WWF, Greenpeace Italia e Rete degli Studenti Medi di Basilicata chiedono pertanto al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella e al Presidente del Consiglio della Regione BasilicataPiero Lacorazza di impugnare dinnanzi alla Corte Costituzionale il provvedimento SBLOCCAITALIA e garantire ai cittadini una prospettiva di sviluppo locale e sostenibile per il territorio.
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