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giovedì 22 aprile 2021

ECOMAFIA IN TOSCANA

 

RIFIUTI TOSSICI DALLE CONCERIE DI SANTA CROCE

SEPOLTI A MASSAROSA


I terreni nella bonifica di Massarosa

Forse anche a Massarosa, in una vasta area dove si sta ampliando la zona industriale di Montramito, sono stati sversati, mescolati con materiali edili - come si legge dalla stampa -   rifiuti pericolosi (contenenti metalli pesanti come cromo e antimonio) provenienti dall'incenerimento dei residui delle concerie di Santa Croce.

Legambiente Versilia chiede che sia fatta al più presto piena luce dalla magistratura su qusta vicenda criminale e che in parallelo vengano urgentemente analizzati i terreni in questione nella zona di Pioppogatto alla ricerca dei possibili contaminanti. Inutile dire che la vicinanza del Lago di Massaciuccoli, area naturale di grande pregio e zona Ramsar di  interesse internazionale rende questa vicenda ancora più grave.


Pubblichiamo sotto il comunicato di Legambiente Toscana relativo all'inchiesta in corso sullo smaltimento di ceneri tossiche provenienti dal l'incenerimento dei residui delle concerie di Santa Croce.

 ECOMAFIA IN TOSCANA


Una vasta operazione dei Carabinieri e della DDA di Firenze, con 23 arresti, ha portato oggi alla luce diverse attività criminali riconducibili a una cosca della 'ndrangheta infiltratasi in Toscana. Stiamo parlando di traffico di cocaina, movimento terra, controllo di lavori stradali e, soprattutto, di smaltimento illecito di grandi quantità di rifiuti speciali prodotti dal Distretto Conciario di Santa Croce sull’Arno. 

Per l'accusa, le ceneri di risulta degli scarti conciari classificate “Keu”, altamente

inquinanti, sarebbero state sbrigativamente miscelate con altri inerti e riutilizzate tal quali in attività edilizie. Circa 8.000 tonnellate di questi rifiuti contaminati sarebbero state usate, ad esempio, nella realizzazione del V lotto della Strada 429 (in Valdelsa), già molto chiacchierata per i suoi rilevanti impatti paesaggistici.
 
L’attività criminale si sarebbe avvalsa di una fitta rete di collusioni e tra i reati contestati figurano anche alcuni dei delitti ambientali introdotti nel nostro Codice penale grazie all’azione di Legambiente, come l’inquinamento e l’impedimento al controllo.

“Siamo esterrefatti e preoccupati per le evidenze di cui siamo venuti oggi a conoscenza con l'Operazione Keu; – dichiarano all’unisono Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente Presidente nazionale e regionale di Legambiente – ora, in attesa che la Magistratura faccia piena luce su quanto sta emergendo dalle indagini, non possiamo non ricordare i segnali d’allarme lanciati a più riprese da Legambiente con la presentazione del suo Rapporto Ecomafia, che vede la Toscana al sesto posto in Italia come reati ambientali, ben 2.197, accertati nel 2019. 

L’economia circolare va strenuamente difesa dai tentativi di stravolgerla, per smaltire illegalmente rifiuti e accumulare profitti illeciti, come sta emergendo dall’inchiesta «Keu». 

Aggiungiamo che una buona pratica si distingue da una condotta criminale per la severa e costante applicazione delle normative comunitarie e nazionali, dalla culla alla tomba, fino, in altri termini, al delicatissimo ultimo miglio dello smaltimento o riuso”.

Ufficio Stampa di Legambiente Toscana


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