--> Alla vigilia di Natale sono apparsi sulla stampa notizie che riflettono bene quanto ancora sia distante da alcuni amministratori, politici ed imprenditori le sorti di una parte importante del nostro territorio.
È triste ogni volta
dover ripetere le proprie opinioni, sempre uguali, perché
evidentemente chi scrive articoli sui giornali non si preoccupa di
dare informazioni dettagliate e cede invece al luogo comune; ma,
anche con la tristezza nel cuore, siamo qui a ribadire le nostre
opinioni.
Secondo qualcuno, noi
“ambientalisti” non vogliamo i cestini dei rifiuti sulla spiaggia
libera della Riserva Naturale della Lecciona perché questi “rovinano
il panorama”; il problema non è il panorama, ma la maleducazione
di una parte dei frequentatori della spiaggia e del Parco. Infatti,
se io turista vado a passare parte delle mie vacanze in un’area
protetta so (perché ormai nel 2013 si deve sapere) che se produco
dei rifiuti devo portarli fuori dall’area protetta e conferirli
negli appositi contenitori che trovo lungo i suoi confini. Tra
l’altro, per la spiaggia della Lecciona non occorre nemmeno uscire
dall’area protetta per trovare i cassonetti; infatti per tutta
l’estate c’è un servizio di raccolta dei rifiuti attivo anche
sul tratto sterrato del Viale Europa e per tutto l’anno si trovano
cassonetti lungo il viale dei Tigli e nei tratti asfaltati del Viale
Europa in Darsena a Viareggio e sulla Marina di Torre del Lago.
Perciò, quando noi ambientalisti diciamo no ai cestini sulla
spiaggia lo facciamo per questi motivi (lo scrivo puntualmente così
che risulti chiaro a tutti):
- è una questione di educazione civica: chi produce spazzatura deve riportarla indietro e non abbandonarla per terra dove gli capita. Questo è un concetto valido ovunque ed ancor di più in un parco naturale. Qualcuno potrebbe dire che portare la spazzatura dalla spiaggia al cassonetto sia pesante, ma sicuramente è stato più pesante portare le confezioni di cibo e bevande piene fino alla spiaggia!
- La presenza di cestini incentiva la creazione di “mini-discariche”: chi vede un cestino sulla spiaggia si sente autorizzato a lasciare i propri rifiuti nel cestino, ma anche nelle vicinanze se questo è pieno e così si innesca la creazione di cumuli di rifiuti, anche di grandi dimensioni, nei periodi di maggiore frequentazione turistica. Questi cumuli sono senz’altro peggiori da vedere di qualche sacchetto abbandonato qua e la e possono rappresentare un’attrattiva per volpi o cinghiali che attratti da resti di cibo, durante la notte, farebbero scempio dei sacchetti sparpagliando tutto intorno.
- L’andirivieni di mezzi motorizzati sulla spiaggia per la raccolta dei sacchetti danneggia l’ambiente dunale: un mezzo motorizzato che ogni giorno percorre avanti e indietro la spiaggia danneggia l’ambiente naturale in diversi modi, infatti, la spiaggia non è solo sabbia, sono presenti specie vegetali pioniere rare che possono vivere solo li tra il materiale spiaggiato dal mare e che rappresentano il primo passo per la formazione delle dune ed animali rari, come il fratino, che possono nidificare solo in queste zone. Mezzi a motore spaventano gli animali, distruggono i nidi (estremamente mimetici e difficili da vedere anche andando a piedi) e le piante pioniere.
NO ALL'ASSE DI PENETRAZIONE A SUD DELLO STADIO!
Altra questione su cui
già diverse volte abbiamo detto la nostra opinione è quella
dell’Asse di
Penetrazione o Via delle Darsene, infatti, qualcuno ci accusa di
non volere il tracciato a sud dello Stadio dei Pini perché non
vogliamo il taglio dei pini, in realtà la nostra posizione è più
articolata e le motivazioni per scegliere il tracciato a nord dello
stadio, per noi, sono molteplici:
- i costi: costruire una strada ex-novo costa molti soldi pubblici in più rispetto a rammodernare la viabilità esistente e visto il periodo di crisi “ogni soldo risparmiato è un soldo guadagnato”.
- la viabilità e vivibilità del quartiere: utilizzare la viabilità esistente permetterebbe di seguire il tracciato proposto a suo tempo in questo modo: attraversamento dell’area ex-Fervet, dove saranno realizzate aree verdi e un parcheggio scambiatore, fino a via Virgilio dove sarà realizzata una rotonda su via Indipendenza, un’altra rotonda sarà realizzata all’altezza dell'incrocio con il viale dei Tigli, da qui ci si immette su via Petrarca fino a via dei Pescatori dove sarà realizzata un ultima rotonda. In via Coppino sarà istituito un senso unico in entrata che diminuirà il traffico su quella strada e potrebbe permettere la creazione di una pista ciclabile. Questa ipotesi assicura una diminuzione e razionalizzazione del traffico nel quartiere grazie ai sensi unici, alle rotonde ed al parcheggio scambiatore (ancor di più se si volesse realizzare la pista ciclabile) rendendo la zona più vivibile di come è adesso; con l’ipotesi del passaggio a sud dello stadio, invece, la viabilità del quartiere non sarebbe toccata, quindi, niente senso unico in via Coppino, niente rotonde e probabile abbattimento dell’ultimo blocco di case popolari in via Indipendenza per evitare la strozzatura del tracciato viario con pochissimi vantaggi per gli abitanti del quartiere.
- la tutela del paesaggio e di un SIC (Sito di Interesse Comunitario): passare a sud dello stadio comporterebbe, come già affermato da più parti, enti ed associazioni, modifiche molto marcate al paesaggio con l’urbanizzazione di quella che oggi si può definire una zona cuscinetto tra il Sito di Interesse Comunitario della Macchia Lucchese e la città e la perdita del collegamento naturale tra l’unico pezzo di pineta rimasta a sud di Viareggio e il Parco Regionale. Addirittura, questa ipotesi di tracciato, prevede di passare per un tratto all’interno del SIC stesso, cosa che per essere attuata deve avere il beneplacito dall’Unione Europea e prevedere delle misure di mitigazione o compensazione. Ad oggi si propone di aumentare le tutele della zona a mare come compensazione ma forse ci si dimentica dei locali della Darsena e della Marina di Torre del Lago, come si può aumentare la zona di rispetto e tutela vicino al mare e poi pensare di concedere deroghe per le attività impattanti durante la stagione estiva ai locali delle marine come già accaduto negli scorsi anni?
Concludiamo appellandoci
all'Amministrazione comunale perché sulla questione della viabilità
della Darsena non scelga soluzioni che porterebbero non solo ad un
nuovo consumo di suolo, ma anche alla distruzione di una fetta
consistente di territorio protetto, alla perdita di consistenza e
continuità territoriale e quindi perdita di valore per l'intera
comunità Viareggina, il tutto sacrificato ad un opera la cui utilità
dopo 30 e più anni è molto dubbia.
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