Post in evidenza

mercoledì 11 marzo 2020

Le virtù del virus e la crisi climatica



Il bellissimo articolo del filosofo Rocco Ronchi "Le virtù del virus" apparso lunedì scorso sulla rivista online Doppio Zero (https://www.doppiozero.com/materiali/le-virtu-del-virus), mi ha indotto ad alcune riflessioni:

La prima è la insensatezza e assurdità nel voler erigere muri e steccati tra popolazioni da parte soprattutto di regimi e politici populisti, steccati che il virus scavalca senza sforzo alcuno.

La seconda è come stiamo vivendo la la pandemia al tempo di Internet e dei social, col diffondersi di "virus paralleli" nei messaggi che ci scambiamo ora utili, ma spesso no che girano sui nostri telefonini.

E poi (cito dall'articolo) "Last but not least il virus è il segno dell’eterna condizione umana. Casomai ci fossimo colpevolmente scordati della nostra mortalità, finitezza, contingenza, mancanza, ontologica deficienza ecc., ecco che il virus ce le rammenta, coartandoci alla meditazione e rimediando così alla nostra distrazione di consumatori compulsivi".
Il virus è un evento che produce un effetto, sta muovendo qualcosa di importante, "l’evento come “occasione” per “fare di necessità virtù”."
Ma soprattutto (cito ancora) "...con la forza oggettiva del trauma, il virus mostra che il tutto è sempre implicato nella parte, che “tutto è in qualche modo in tutto e che non ci sono nell’impero della natura regioni autonome che facciano eccezione." L'uomo insomma non sta "sopra" la natura ma assolutamente dentro, a tutti gli effetti! il Sapiens è una specie molto particolare di animale, ma sempre un animale è come la lontra, il pettirosso o la foca.

Altra riflessione non presente nell'articolo di Ronchi, ma che mi è venuta spontanea: i cambiamenti climatici si potrebbero equiparare ad una pandemia? come quella anche questi dimostrano la immanenza della specie umana, la sua non estraneità o superiorità all'ambiente in cui essa vive; inoltre la crescita esponenziale del contagio (basta controllare i dati giorno per giorno) è una metafora tremenda dell'accelerazione che la crisi climatica avrà nei prossimi decenni; gli effetti disastrosi sul clima al superamento di una certa soglia di concentrazione di CO2 potrebbero diventare non-lineari se... se non reagiremo ascoltando gli appelli degli scienziati e climatologi, così come in questi giorni ci stiamo adattando ad ascoltare gli appelli dei medici e virologi che, finalmente ascoltati dai nostri governanti, ci stanno richiamando a gesti di responsabilità verso la nostra specie, attuando dei cambiamenti nei nostri comportamenti.

E così, anche per la crisi climatica, mi sembra che serva alla nostra specie, un evento traumatico e globale, che ci scuota e faccia riemergere quell'istinto primordiale che le altre specie hanno, diretto appunto alla loro conservazione e che noi abbiamo temporaneamente perso, ma spero non irrimediabilmente.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui il tuo commento. Verrà pubblicato quanto prima possibile. Grazie!