Il bellissimo
articolo del filosofo Rocco Ronchi "Le virtù del virus"
apparso lunedì scorso sulla rivista online Doppio Zero
(https://www.doppiozero.com/materiali/le-virtu-del-virus), mi ha
indotto ad alcune riflessioni:
La prima è la
insensatezza e assurdità nel voler erigere muri e steccati tra
popolazioni da parte soprattutto di regimi e politici populisti,
steccati che il virus scavalca senza sforzo alcuno.
La seconda è come
stiamo vivendo la la pandemia al tempo di Internet e dei social, col
diffondersi di "virus paralleli" nei messaggi che ci
scambiamo ora utili, ma spesso no che girano sui nostri telefonini.
E poi (cito
dall'articolo) "Last but not least il virus è
il segno dell’eterna condizione umana. Casomai ci fossimo
colpevolmente scordati della nostra mortalità, finitezza,
contingenza, mancanza, ontologica deficienza ecc., ecco che il virus
ce le rammenta, coartandoci alla meditazione e rimediando così alla
nostra distrazione di consumatori compulsivi".
Il virus è un
evento che produce un effetto, sta muovendo qualcosa di importante,
"l’evento come “occasione” per “fare di necessità
virtù”."
Ma soprattutto (cito
ancora) "...con la forza oggettiva del trauma, il virus
mostra che il tutto è sempre implicato nella parte, che “tutto è
in qualche modo in tutto” e che non ci sono nell’impero
della natura regioni autonome che facciano eccezione."
L'uomo insomma non sta "sopra" la natura ma assolutamente
dentro, a tutti gli effetti! il Sapiens è una specie molto
particolare di animale, ma sempre un animale è come la lontra, il
pettirosso o la foca.
Altra riflessione
non presente nell'articolo di Ronchi, ma che mi è venuta spontanea:
i cambiamenti climatici si potrebbero equiparare ad una pandemia?
come quella anche questi dimostrano la immanenza della specie umana,
la sua non estraneità o superiorità all'ambiente in cui essa vive;
inoltre la crescita esponenziale del contagio (basta controllare i
dati giorno per giorno) è una metafora tremenda dell'accelerazione
che la crisi climatica avrà nei prossimi decenni; gli effetti
disastrosi sul clima al superamento di una certa soglia di
concentrazione di CO2 potrebbero diventare non-lineari se... se non
reagiremo ascoltando gli appelli degli scienziati e climatologi,
così come in questi giorni ci stiamo adattando ad ascoltare gli
appelli dei medici e virologi che, finalmente ascoltati dai nostri
governanti, ci stanno richiamando a gesti di responsabilità verso la
nostra specie, attuando dei cambiamenti nei nostri comportamenti.
E così, anche per
la crisi climatica, mi sembra che serva alla nostra specie, un evento
traumatico e globale, che ci scuota e faccia riemergere
quell'istinto primordiale che le altre specie hanno, diretto appunto
alla loro conservazione e che noi abbiamo temporaneamente perso, ma
spero non irrimediabilmente.
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